La scoperta della tomba di Tutankhamon nel 1922 da parte dell’archeologo britannico Howard Carter è considerata una delle più grandi imprese dell’egittologia. Nella Valle dei Re, in un’area già ampiamente saccheggiata, la sepoltura del giovane faraone era rimasta quasi intatta per oltre tremila anni. Questo ritrovamento ha permesso di conoscere in maniera unica la vita, la morte e i riti funerari dell’Antico Egitto.
Il giovane faraone dimenticato
Tutankhamon salì al trono intorno ai nove anni e regnò per poco meno di un decennio, dal 1333 al 1323 a.C. Figlio (o forse nipote) di Akhenaton, è ricordato soprattutto per aver ripristinato il culto di Amon dopo la parentesi del monoteismo atenista. Morì prematuramente, probabilmente per malattia o a seguito di un incidente, e venne sepolto in una tomba relativamente modesta rispetto ad altri faraoni. Nonostante ciò, la sua figura è diventata celebre proprio grazie all’incredibile stato di conservazione della sua sepoltura.
La struttura della tomba

La tomba KV62, pur essendo piccola rispetto ad altre regali, conteneva quattro stanze: l’anticamera, l’annesso, la camera funeraria e il tesoro. Nella camera funeraria, affrescata con scene rituali, si trovava il sarcofago in quarzite, al cui interno erano collocati tre feretri antropomorfi, l’ultimo dei quali in oro massiccio. La mummia del faraone era avvolta in tessuti pregiati e ricoperta da centinaia di amuleti, tra cui la celebre maschera funeraria in oro e lapislazzuli, divenuta un’icona mondiale.
Il tesoro di Tutankhamon
All’interno della tomba furono rinvenuti oltre 5.000 oggetti, che comprendevano mobili, armi, carri, giochi, abiti e gioielli. Ogni oggetto aveva una funzione rituale: accompagnare il re nell’aldilà e garantirgli una vita eterna. La ricchezza del corredo ha permesso di comprendere con maggiore precisione l’artigianato, le tecniche artistiche e la religione dell’epoca. I letti cerimoniali con figure animali, le statue in legno dorato e gli scrigni finemente decorati testimoniano un livello artistico straordinario.
La leggenda della maledizione
La morte improvvisa di Lord Carnarvon, finanziatore della spedizione, poco dopo l’apertura della tomba alimentò la leggenda della maledizione di Tutankhamon. Secondo i giornali dell’epoca, chiunque avesse disturbato il sonno del faraone sarebbe stato colpito da sventura. In realtà, le morti degli studiosi coinvolti non superarono la media statistica, ma la suggestione contribuì a rendere la scoperta ancora più celebre.
Le indagini scientifiche moderne
Nel corso del Novecento e del Duemila, la mummia di Tutankhamon è stata oggetto di numerosi studi. Le analisi TAC e genetiche hanno rivelato che il giovane faraone soffriva di varie patologie, tra cui una necrosi ossea e la malaria. La sua morte, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere stata causata da una frattura infetta o da complicazioni legate alle sue malattie. Anche la tecnica di mummificazione appare insolita: tracce di bruciature sul corpo suggeriscono che vi furono errori o reazioni chimiche durante il processo di imbalsamazione.
L’eredità di un faraone minore diventato immortale
Nonostante la brevità del suo regno e la scarsa importanza politica, Tutankhamon è oggi uno dei faraoni più conosciuti al mondo. La sua tomba ha offerto agli egittologi un patrimonio di informazioni unico, mai ritrovato in altre sepolture regali. Gli oggetti rinvenuti continuano a essere studiati e molti di essi sono oggi esposti nei musei egizi, attirando milioni di visitatori.
La tomba di Tutankhamon rappresenta una finestra eccezionale sull’Antico Egitto. Non è soltanto il sepolcro di un giovane re, ma una testimonianza intatta dei riti, dell’arte e della spiritualità di una civiltà straordinaria. La sua scoperta ha trasformato un faraone dimenticato in una delle figure più iconiche della storia mondiale.
