La tomba di Alessandro Magno è uno dei grandi misteri irrisolti della storia antica. Alessandro, morto a soli 32 anni a Babilonia nel 323 a.C., fu uno dei più grandi condottieri della storia, capace di creare in pochi anni un impero che si estendeva dalla Grecia all’India. La sua morte improvvisa generò non solo una crisi politica tra i suoi successori, ma anche un enigma che dura da oltre duemila anni: dove fu sepolto il sovrano macedone?
Le fonti antiche e le prime ipotesi sulla tomba di Alessandro Magno
Gli storici dell’epoca, come Diodoro Siculo e Plutarco, raccontano che il corpo di Alessandro venne inizialmente trasportato in una tomba aurea destinata alla Macedonia, ma durante il viaggio il corteo funebre fu intercettato da Tolomeo, uno dei generali che si contendevano l’impero. Il corpo venne quindi portato ad Alessandria d’Egitto, la città fondata dallo stesso Alessandro, dove sarebbe stato deposto in un mausoleo grandioso. Le cronache riferiscono che persino Giulio Cesare e Augusto visitarono la tomba, confermando che fino al I secolo d.C. il sepolcro era accessibile. Dopo questo periodo, però, le tracce si perdono.
Le teorie archeologiche moderne
Nei secoli successivi, la posizione della tomba di Alessandro è diventata oggetto di speculazioni e leggende. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che si trovi ancora ad Alessandria, sepolta sotto gli strati della città moderna, distrutta da terremoti e maremoti che hanno cancellato gran parte dell’antico centro urbano. Altri ritengono che possa essere stata traslata in un’altra località per motivi politici o religiosi. Una teoria affascinante suggerisce che la tomba possa trovarsi a Siwa, presso l’oasi dove sorgeva l’oracolo di Amon, molto venerato da Alessandro.
Le ricerche archeologiche in Egitto e in Grecia
Durante il XIX e XX secolo, numerose spedizioni tentarono di individuare il sepolcro. Alcuni scavi in Egitto hanno portato alla luce tombe tolemaiche di grande pregio, ma nessuna riconducibile ad Alessandro. In Grecia, invece, molta attenzione si è concentrata sul sito di Amfipoli, dove nel 2014 venne scoperta una mastodontica tomba monumentale datata al IV secolo a.C. Nonostante l’entusiasmo iniziale, gli studiosi hanno escluso che fosse la sepoltura del conquistatore, attribuendola a un suo generale o a un membro della famiglia reale.
Il valore simbolico di un sepolcro scomparso
Il fascino della tomba di Alessandro Magno non risiede solo nella curiosità archeologica, ma anche nel suo valore simbolico. Alessandro fu visto per secoli come un eroe semidivino, un re che aspirava a essere venerato come un dio. La scomparsa della sua sepoltura accresce il mito, trasformando il condottiero in una figura sospesa tra storia e leggenda. Ogni nuova ipotesi riaccende l’interesse di storici e appassionati, dimostrando come la sua eredità continui a influenzare la cultura mondiale.
La tomba di Alessandro Magno resta un enigma senza soluzione definitiva. Le fonti antiche ci dicono che esistette ad Alessandria, visitata da imperatori romani, ma le prove materiali sono scomparse. Le ipotesi di ritrovamenti futuri mantengono viva la speranza che un giorno si possa fare luce su uno dei misteri più affascinanti della storia antica. Fino ad allora, il sepolcro del grande conquistatore continuerà ad alimentare il mito e la leggenda di un uomo che cambiò il volto del mondo antico.